martedì 17 luglio 2007

L'ACQUA: UN LUSSO DA 33 CENTESIMI A BOTTIGLIA

Ciao a tutti!
Perdonate la prolungata assenza, ma torniamo con una notizia clamorosa…
Stamattina accendo il Pc per controllare email e news e ne trovo una davvero sconvolgente.
Leggete qua…

MIRACOLO ad Agrigento, la città senz'acqua. L'acqua invece c'è. Ed è, manco a dirlo, buonissima. Le vene del sottosuolo, pochi chilometri dal centro abitato, sono gonfie: "Caratteristiche perfette, una oligominerale adatta al consumo di tutta la famiglia. Acqua gustosa, dissetante, gradevole, con un equilibrato contenuto di sali minerali", è stato comunicato, documentato e infine certificato. La Regione Siciliana ha concesso alla Nestlè, la multinazionale che controlla il gruppo San Pellegrino, che a sua volta ha appena acquistato il marchio della Platani Rossini srl, il permesso di raggiungere nell'arco di un quinquennio la produzione di 250 milioni di litri. Acqua per tutti, dunque.
A pagamento, ma finalmente un'acqua tutta siciliana, veramente. "Vera Santa Rosalia" la nuova etichetta. Trentatrè centesimi a bottiglia, e Santa Rosalia entrerà nelle case di Agrigento.


La notizia dell'ampliamento della concessione alla Nestlè ha comunque reso frenetica e turbolenta l'attività del sindaco di Santo Stefano Quisquinna, distante quaranta chilometri dal capoluogo, il cui territorio custodisce il tesoro. Proteste, blocchi, interrogazioni parlamentari. Non era in discussione la scelta di affidare alla Nestlè, invece che ad Agrigento, l'acqua che c'è, quanto il timore che la multinazionale con le sue macchine scavi troppo e troppo in profondità e prosciughi presto le vene sorgive. Con un'interrogazione Angelo Lomaglio, deputato di Sinistra democratica, ha appena denunciato al ministro dell'Ambiente che è dimostrata "la pericolosità dei prelevamenti acquiferi perché costituirebbe un'ulteriore diminuzione della riserva, già notevolmente danneggiata, ed arrecherebbe non pochi problemi alla popolazione locale che non sarebbe più in grado di approvvigionarsi e sarebbe costretta ad acquistare l'acqua". Dunque e ricapitolando: ad Agrigento l'acqua non c'è, ma a pochi chilometri di distanza sì. Che l'acqua ci fosse era cosa nota da decenni (la Montedison fece i primi rilevamenti), ma a nessuno è parso opportuno approfondire. Ha approfondito invece, e bene, la Nestlè che infatti ha chiesto lo sfruttamento di questo bene introvabile laggiù. Ha approfondito così bene che i pochi comuni che si dissetano autonomamente nell'area del tesoro, rischieranno di finire anch'essi assetati. Per fortuna soccorre la politica commerciale della multinazionale: nell'isola, a differenza del resto d'Italia, il prezzo sarà calmierato. Solo trentatrè centesimi la bottiglia. Un affare.
(14 luglio 2007)
Dalla rubrica “Piccola Italia” di Antonello Caporale

Insomma chi vuole l’acqua deve pagare.
Indispettita ho fatto una ricerca e ho reperito queste informazioni:

Mentre in Italia è partita la raccolta di firme contro la privatizzazione della gestione dell’acqua, nell’agrigentino è in corso un duro scontro politico che potrebbe bloccarne la gara. Gara per modo di dire, visto che vi partecipa un solo concorrente: un’associazione temporanea d’imprese private a cui è stata associata, strumentalmente, la “Voltano spa”, un ex ente consortile.Il condizionale è d’obbligo, tuttavia un fatto è già avvenuto nell’assemblea dell’Ato idrico dove la maggioranza dei sindaci ha votato contro la privatizzazione. Il voto dei sindaci raccoglie l’inquietudine inespressa e il disagio dei cittadini che mal sopportano la speculazione privata su un bene primario che porterà ad aumenti notevoli della tariffa e quindi colpirà i già grami bilanci delle famiglie.
Ma andiamo allo specifico dei fatti avvenuti: la maggioranza dell’assemblea dell’Ato idrico ha bocciato la proposta di affidamento ai privati, per trent’anni, della gestione delle risorse idriche dell’agrigentino.Nonostante un voto così chiaro, il risultato non può considerarsi acquisito, poiché la maggioranza ha raggiunto soltanto il 61% del quorum richiesto (66%).
Si è registrata una confluenza quasi trasversale che ha preso atto dell’incompatibilità esistente fra alcuni sindaci (bipartisan) che si trovavano nell’imbarazzante condizione di membri del consiglio di amministrazione della Voltano spa e al contempo dell’assemblea dell’Ato idrico che deve deliberare sull’affidamento della gestione all’unica associazione d’imprese di cui è parte la Voltano spa. Una situazione talmente insostenibile che lo stesso presidente dell’assemblea dell’Ato e della Provincia, il forzista Fontana, si è dovuto schierare per il no. Tutto sembrava filare per il giusto verso. C’erano i numeri per chiudere bene la vicenda, ma al momento del voto il colpo di scena: due sindaci di centro-destra (di Licata e Cammarata) sono spariti improvvisamente dall’aula, impedendo così di raggiungere la fatidica soglia del 66%. Evidentemente, i due non sono usciti a fare pipì. La loro assenza, infatti, è stata provvidenziale per rimettere in campo il ruolo sostitutivo del commissario ad acta inviato dal dott. Felice Crosta, presidente dell’Agenzia regionale per l’acqua e per lo smaltimento dei rifiuti, più noto per il suo favoloso stipendio di circa 1500 euro… al giorno. Lordi, però.A questo punto, nel fronte del no si teme che, ritenendo incongruo quel 61%, il commissario potrebbe approvare l’affidamento ai privati che la maggioranza dei sindaci ha bocciato.Una decisione che suonerebbe come una sfida e che assesterebbe un colpo durissimo contro queste popolazioni che l’Istat certifica vivono al di sotto della soglia di povertà, quando non nell’indigenza. Vedremo se le forze contrarie alla privatizzazione sapranno impedire l’arrogante pretesa del governo di procedere nonostante tutto.

Da Sicily News - Agostino Spataro
News inserita il 18/01/2007 da
Redazione Siciliano.it

E a proposito della raccolta firme contro la privatizzazione dell’acqua, sul sito del Forum italiano dei movimenti per l’acqua ecco cosa ho trovato:

La rifondazione democratica riparte dall'acqua pubblica
23 giugno 2007
Il cammino istituzionale della proposta sarà accompagnato da numerose iniziative. Il lavoro dei movimenti non finisce qui.
l movimento per l'acqua come bene pubblico lavorerà in tre direzioni: una grande manifestazione a ottobre per tenere alta l'attenzione sul principio che l'acqua è un bene comune, la pressione a governo e Parlamento perché anche al Senato sia approvata la moratoria dei processi di privatizzazione della gestione dell'acqua come è già avvenuto a Montecitorio e infine l'iniziativa di alcuni parlamentari di «inserire alcuni principi della proposta di legge popolare - spiega Walter Mancini - nel processo di modifica del decreto ambientale».

Una straordinaria esperienza di autoeducazione popolare che, a partire dal gennaio scorso, ha promosso iniziative, mobilitazioni, dibattiti e raccolta firme in ogni angolo del Paese, per chiedere che l'acqua sia finalmente considerata bene comune e diritto umano universale e che la sua gestione sia sottratta alle logiche del mercato e della concorrenza per restituirla alla gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali. Una battaglia di civiltà, capace di mettere insieme i conflitti territoriali con una grande vertenza nazionale. Come concretamente testimonieranno le quattro carovane che da domenica 24 giugno partiranno dalla Valdaosta, dal Friuli, dalla Puglia e dalla Sicilia per convergere il primo luglio in un grande appuntamento nazionale di festa a Roma.
Una prima parziale vittoria è già stata ottenuta con l'approvazione alla Camera del provvedimento che istituisce, fino all'approvazione di una nuova legge di riordino della gestione del servizio idrico integrato, una moratoria sui processi di affidamento del servizio a soggetti privati e a società miste pubblico-privato, compresi quelli attualmente in corso.
Una battaglia di civiltà, di cui la moratoria costituisce una prima tappa e il cui approdo finale dovrà essere l'approvazione della legge d'iniziativa popolare che propugna l'uscita di tutte le SpA, a qualsiasi titolo, dalla gestione del servizio idrico; la costruzione di aziende speciali consortili per la gestione pubblica dello stesso; l'istituzione di forme di partecipazione dei lavoratori e dei cittadini alle scelte fondamentali di tutti gli atti di gestione.Marco Bersani (Presidente di Attac) - Fonte: Il Manifesto (
http://www.ilmanifesto.it/)

Dove scorre la democrazia
10 luglio 2007
La raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare per il diritto all'acqua, contro la sua privatizzazione, avrà oggi una tappa importante, con la presentazione al Parlamento delle firme raccolte. E' un momento simbolico molto chiaro. La popolazione afferma di avere fatto la propria parte; ora tocca ai suoi rappresentanti che devono procedere, seguendo le indicazioni ricevute ed emerse nel corso di alcuni mesi di campagna, lungo tutto il paese.
Guglielmo Ragozzino - Fonte: Il Manifesto (
http://www.ilmanifesto.it/)

Arrivate a Roma le 4 carovane
Arrivano 400 mila firme in quaranta scatoloni. Sono voti sull'acqua, l'acqua da salvare, l'acqua di tutti. A riceverle, Bertinotti. A lui il compito di dare il via alla legge
10 luglio 2007
Ieri c'è stata la grande conta delle firme: compagne e compagni dei comitati per l'acqua hanno rovesciato i contenitori delle schede raccolte nel corso di mesi e hanno passato la giornata a contare. A sera avevano in vista le quattrocentomila firme raccolte e che riempiranno quaranta scatoloni. Trentanove prenderanno la strada dei sotterranei ben protetti della Camera dei deputati, mentre uno soltanto verrà portato al presidente Fausto Bertinotti, invitandolo a farsene carico, a trovare una corsia per la legge dell'acqua, una legge d'iniziativa popolare.
Guglielmo Ragozzino - Fonte: Il Manifesto (
http://www.ilmanifesto.it/)

11 luglio 2007
Lo scorso 13 giugno la Camera ha approvato la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici, che raccoglie alcune indicazioni della proposta dei forum. Marco Bersani, uno dei leader del movimento, spera che «anche il Senato approvi la moratoria, per evitare l'accelerazione delle privatizzazioni nelle regioni».
«I risultati delle privatizzazioni, sinora - continua Oddi - sono molto negativi: ci sono aumenti tariffari, investimenti insufficienti e l'incoraggiamento ad aumentare i consumi per fare tornare i conti».
Lorenzo Tondo - Fonte: Liberazione (
http://www.liberazione.it/)

Qualcuno penserà che ho scoperto l’acqua calda!
Forse sono distratta e disinformata, ma non ho mai visto in prima pagina nessuna di queste notizie.
E poi, un domanda: come si concilia questa concessione alla Nestlè con le 400 mila firme contro la privatizzazione dell’acqua consegnate a Fausto Bertinotti il 10 luglio scorso dopo una campagna di raccolta condotta su tutto il territorio nazionale?
Ed ancora, la moratoria che avrebbe dovuto rallentare l’onda di privatizzazioni è stata approvata anche dal Senato oppure no?
A giudicare dagli ultimi fatti direi di no, ma perché?
La classe politica non dovrebbe tutelare con una certa sollecitudine gli interessi di tutto il popolo?
Forse sono retorica e ritorno su temi banali e triti, ma perché ciò che è ovvio per tutti gli esseri razionali, nella prassi politica non lo è?
Aspetto informazioni e risposte da chiunque ne sappia di più!
Grazie!
A presto!!!

P.S.: non so se sapevate che l’acqua Lilia è della Coca Cola…

Rionero in Vulture. Qui vi era una sorgente d'acqua in concessione alla famiglia Traficante da cinque generazioni, come spiega, nel sito della società, la titolare, che si dice felice di aver potuto cedere la concessione a una grande società: Cocacola. Oggi le stazioni e i muri sono ricoperti della pubblicità dell'acqua in questione, Lilia.
Guglielmo Ragozzino - Fonte: Il Manifesto (
http://www.ilmanifesto.it/)

Nessun commento: