giovedì 25 ottobre 2007

Benzina a metà prezzo




Io comincio a farlo oggi, girate la voce ...

Dal Blog di Beppe Grillo parte un'altra iniziativa...(quella precedente era

abolire il costo di ricarica delle schede telefoniche prepagate......con

ottima riuscita!!!!)

Provare non costa nulla!!!!!!!!!!!! Giratela ognuno ad almeno 10 contatti,

grazie mille!!!! ____________________________________________



COME AVERE LA BENZINA A META' PREZZO?

Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli

amici

Benzina a metà prezzo?

Diamoci da fare...

Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere

nei confronti delle compagnie petrolifere.

Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.50 Euro al litro.

UNITI possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo

intelligente e solidale.

Ecco come....

La parola d'ordine è "colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci

da soli".

Posta l'idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto

ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi,si tratta solo di un pieno

differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno!), c'è un sistema che invece

li farà ridere pochissimo,purché si agisca in tanti.

Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia

da 0,95 e 1 Euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro

scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà.

I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende:

bisogna usare il potere che abbiamo.

La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si compri più benzina dalle

2 più grosse compagnie, SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano un'unica

compagnia.

Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), saranno

obbligate a calare i prezzi.

Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza

adeguarsi.

Per farcela, però dobbiamo essere milioni di NON-clienti di Esso e Shell, in

tutto il mondo.

Questo messaggio proviene dalla Francia, è stato inviato ad una trentina di

persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua volta lo trasmette a,

diciamo, una decina di amici, siamo a trecento.

Se questi fanno altrettanto, siamo a tremila, e così via..................

Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla "settima

generazione", avremo raggiunto e informato 30 milioni di consumatori!

Inviate dunque questo messaggio a dieci persone chiedendo loro di fare

altrettanto.

Se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare circa

trecento milioni di persone in otto giorni! E' certo che, ad agire così, non

abbiamo niente da perdere, non vi pare?

Chi se ne frega per un po' di bollini e regali e baggianate che ci vincolano

a queste compagnie.

Coraggio, diamoci da fare!!!

domenica 14 ottobre 2007

MINISTRO, MINESTRONIS


Ci ho messo un po’, ma alla fine ho capito: chiunque può essere ministro! Questa è la vera democrazia, quando tutti possono fare tutto.
Ecco perché Mastella, giornalista laureato in Lettere e filosofia, privo di qualsiasi esperienza giuridica, è ministro della Giustizia. E un laureato col massimo dei voti fa il commesso a tempo determinato in un supermercato.
Ecco perché Livia Turco, “filosofa”, è ministro della salute e Fioroni, medico, si interessa di pubblica istruzione.
E poi c’è Rosy Bindi, la contraddizione esistenziale, un’antitesi totale tra ciò che è e ciò che fa, l’apoteosi dell’insensatezza: una zitella, ministro delle politiche per la famiglia.
Per finire con banali esempi di ordinaria incoerenza, come un Pecoraro Scanio che gira con tre macchinoni e aria condizionata a cannone per arrivare fresco e profumato alla conferenza sui cambiamenti climatici.
Basta, mi hanno convinta: sono stupida. Perché me ne strafrego dell’attentato all’orso bruno abruzzese e penso sia assurdo un Di Pietro alle infrastrutture invece che guardasigilli. Faccio ragionamenti troppo semplicistici: un ex – magistrato ministro della Giustizia?! Troppo ovvio e scontato. Meglio il clemente Clemente che concede subito l’indulto ai suoi elettori criminali.
Affidare il potere a chi ha le competenze e l’esperienza per sostenerne il peso e l’onestà per non abusarne è discriminatorio, la meritocrazia è antidemocratica: non è giusto che gli sfortunati raccomandati, meno dotati di volontà e spirito di abnegazione, vengano tagliati fuori. Siamo o no uno stato garantista?
La moderna legge del contrappasso dice che il parossismo democratico si ha quando uno o più ignoranti posti in posizioni di prestigio annullano ogni spinta centrifuga della politica: fingono di litigare, di scontrarsi su posizioni contrapposte, ma alla più timida minaccia ai loro interessi privati si serrano in un’unica falange patetica.
E il bene comune rimane sempre l’asintoto che la curva della politica, qualunque sia la sua direzione, non deve mai intersecare.

Ma la colpa è nostra che oggi senza lamentarci pagheremo 1 euro per esercitare il nostro diritto di voto, noi bamboccioni che abbiamo la classe politica che ci meritiamo.
Mi scuseranno Padoa Schiappa e il prode Prodi se li cito senza virgolettarli.

giovedì 4 ottobre 2007

IL RAGAZZO PROMETTE BENE!

Giustizia...
Procede il tempo, attendi il tuo verdetto.
Tormento.
Incalzano le cagne
materne spinte da furore immane.
Oreste, fuggi! a volte la Giustizia
si perde nel suo manto,
divina,
invano illusa di poter esistere.
Simone Conti
Questi sono 8 versi usciti dalla penna di un mio giovanissimo amico, che si è classificato PRIMO alla XIV edizione del Concorso Nazionale Eschileo di Agrigento, sbaragliando altri settanta piccoli grandi poeti di tutta Italia.
Sulle mani il sangue materno, sulle spalle le colpe degli avi, sul collo il fiato delle Erinni: così Oreste aspetta la sentenza. E dubita. Vacilla.
La poesia è la descrizione di un attimo lungo un’eternità, un’immagine sobria e vibrante di questa dilatazione del tempo interiore del protagonista. Una fantasia pertinente ed intensa. Un’immagine nitida di un momento psicologico confuso.
Un’interpretazione, questa di Simone, sintomatica di un’acuta sensibilità poetica: ragazzo mio, sei in sintonia con uno dei massimi poeti dell’umanità!
La poesia si sviluppa per contrasti: il tempo scorre e Oreste aspetta immobile. Dall’opposizione semantica nasce il tormento del dubbio. Anch’esso dicotomico, attendere o fuggire, subire o agire, fermarsi o muoversi, e scandito dall’allitterazione della “t”, che è onomatopeica del martellare del dilemma nella coscienza del protagonista.
Poi il ricordo vivo della feroce persecuzione lo assale, lacerante quanto i morsi delle Erinni, simulati dall’assonanza dei suoni “a” ed “e” che dilaniano la carne e l’anima. È il rimorso. E subito l’opposizione si rovescia: Oreste può agire, muoversi, scappare. Mentre la vendetta non lo incalza più, perchè rischia di perdersi nella sua complicata metamorfosi in Giustizia.
Questa inversione è rappresentata anche dalla scelta metrica di alternare la lunghezza dei versi secondo una logica speculare (11, 3, 7, 11; 11, 7, 3, 11).
Anche l’andamento ritmico è funzionale alla resa espressiva del contrasto tra azione e impotenza: un’alternanza di accelerazione e decelerazione, un’onda di condensazione e rarefazione che si propaga attraverso i verbi. Lo scorrere sempre uguale e inarrestabile del tempo imprime una velocità media all’incipit. L’accelerazione ritmica si ha col verbo della corsa furiosa delle Erinni e prosegue oltre i limiti del terzo verso grazie all’enjambement. Il picco si raggiunge nel “fuggi!”, il cui punto esclamativo segna una cesura forte, una frenata che determina la decelerazione, implicita nel verbo “si perde” e palese nell’ultimo verso, dove la rarefazione dell’intensità dinamica è massima e sudordinata alla necessità semantica di scandire, sillabare le parole conclusive per affidargli il senso di tutto il componimento.

Oreste resta. E dall’inazione umana, che lascia campo libero all’azione divina, nasce la Giustizia: il voto di Atena legittima l’assoluzione di Oreste. Crea un precedente inappellabile e autorizza il neonato tribunale dell’Areopago, da lei istituito, a privare di valore giuridico la vendetta.
Una commutazione di pena che segna la nascita del diritto moderno. Oreste è l’umanità in un momento intenso di transizione.
Ma tutto questo è successivo all’attimo descritto nella poesia.