domenica 14 ottobre 2007

MINISTRO, MINESTRONIS


Ci ho messo un po’, ma alla fine ho capito: chiunque può essere ministro! Questa è la vera democrazia, quando tutti possono fare tutto.
Ecco perché Mastella, giornalista laureato in Lettere e filosofia, privo di qualsiasi esperienza giuridica, è ministro della Giustizia. E un laureato col massimo dei voti fa il commesso a tempo determinato in un supermercato.
Ecco perché Livia Turco, “filosofa”, è ministro della salute e Fioroni, medico, si interessa di pubblica istruzione.
E poi c’è Rosy Bindi, la contraddizione esistenziale, un’antitesi totale tra ciò che è e ciò che fa, l’apoteosi dell’insensatezza: una zitella, ministro delle politiche per la famiglia.
Per finire con banali esempi di ordinaria incoerenza, come un Pecoraro Scanio che gira con tre macchinoni e aria condizionata a cannone per arrivare fresco e profumato alla conferenza sui cambiamenti climatici.
Basta, mi hanno convinta: sono stupida. Perché me ne strafrego dell’attentato all’orso bruno abruzzese e penso sia assurdo un Di Pietro alle infrastrutture invece che guardasigilli. Faccio ragionamenti troppo semplicistici: un ex – magistrato ministro della Giustizia?! Troppo ovvio e scontato. Meglio il clemente Clemente che concede subito l’indulto ai suoi elettori criminali.
Affidare il potere a chi ha le competenze e l’esperienza per sostenerne il peso e l’onestà per non abusarne è discriminatorio, la meritocrazia è antidemocratica: non è giusto che gli sfortunati raccomandati, meno dotati di volontà e spirito di abnegazione, vengano tagliati fuori. Siamo o no uno stato garantista?
La moderna legge del contrappasso dice che il parossismo democratico si ha quando uno o più ignoranti posti in posizioni di prestigio annullano ogni spinta centrifuga della politica: fingono di litigare, di scontrarsi su posizioni contrapposte, ma alla più timida minaccia ai loro interessi privati si serrano in un’unica falange patetica.
E il bene comune rimane sempre l’asintoto che la curva della politica, qualunque sia la sua direzione, non deve mai intersecare.

Ma la colpa è nostra che oggi senza lamentarci pagheremo 1 euro per esercitare il nostro diritto di voto, noi bamboccioni che abbiamo la classe politica che ci meritiamo.
Mi scuseranno Padoa Schiappa e il prode Prodi se li cito senza virgolettarli.

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